BORDERMINDPROJECT#4
/ Quali conflitti genera il conflitto? \
La quarta tappa del progetto prevede una serie di mini-residenze in collaborazione con centri di produzione culturale e teatrale palestinesi e un gruppo di giovani del campo profughi di Qalandia. Condurremo dei laboratori teatrali destinati a giovani palestinesi, ai quali parteciperanno due attori selezionati in Italia dalla compagnia. Il lavoro ruoterà intorno al tema: “Quali conflitti genera il conflitto?” Siamo interessati a sviluppare una ricerca intorno alle conseguenze positive e negative che qualsiasi conflitto – inteso nella più larga accezione del termine – possa generare a livello individuale e sociale.
Il conflitto, dal latino conflictus -us «urto, scontro», der. di confligĕre «confliggere oltre a essere inteso come combattimento, guerra, scontro di eserciti può essere urto, contrasto, opposizione o ancora la relazione antagonistica fra soggetti individuali o collettivi in competizione fra loro per il possesso, l’uso o il godimento di beni scarsamente disponibili, ma anche quello che si sviluppa riguardo all’appropriazione e al controllo dei mezzi di produzione sociale, mentre se ci dirigiamo verso la persona diventa stato di tensione e di squilibrio in cui l’individuo viene a trovarsi quando è sottoposto alla pressione di tendenze, bisogni e motivazioni fra loro contrastanti.
Non ci interessa il conflitto in quanto tale o le motivazioni per il quale si è ingenerato, vogliamo piuttosto concentrarci sulle conseguenze che esso produce sulla persona, sui gruppi e sull’ambiente.
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mani contro mani
nell’adrenalina del palato
che sale tra le fiamme fuori mentre tutto brucia dentro
nel conflitto senza ragioni
con te e senza di te
nell’ultima parola
che abbraccia lo sguardo che si perde
nel conflitto di bocche esauste
madri e padri di sorelle e fratelli
di figli e nipoti di nonni
di famiglie che nuotano nel mare senz’acqua
dei conflitti di sangue
ordine e progresso
fatalità e potere
nella felicità di una vita senza freni
dei conflitti di interesse
Paura e rivoluzione
vitalità e sottomissione
sagacia e trasfigurazione
nelle conseguenze di una nazione
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In Palestina la popolazione vive sotto il pesante e pressante stato di occupazione e in mezzo a un conflitto che dura da settant’anni producendo in maniera costante le più disparate conseguenze. Le possibilità di crescita e formazione sono decisamente ridotte e la situazione è ancor più grave per i ragazzi che vivono nei campi profughi. La compagnia utilizza il teatro come forma di crescita, scambio e comunicazione, con l’obiettivo di coinvolgere, oltre ai partecipanti all’esperienza teatrale, anche la comunità in cui si realizza. Le mini-residenze verranno affiancate dall’incontro con famiglie, centri di aggregazione e teatri all’interno dei campi profughi. Quali significati vengono dati alla parola “conflitto” e quali sono le differenze di percezione tra le diverse generazioni?
Fin dall’origine del progetto uno degli obiettivi che la compagnia ha sempre ritenuto fondamentale è stato il restituire in differenti forme artistiche, al ritorno in Italia, il valore dell’esperienza vissuta. Nelle prime due parti del progetto abbiamo affrontato il tema della separazione realizzando uno spettacolo di teatro-danza (bordermindproject#1#2) e un cortometraggio (Per non perdermi). La terza parte ha prodotto un documentario (bordermindproject#3) che racconta la Palestina attraverso l’esperienza e gli incontri teatrali. bordermindproject#4 ci permetterà di raccogliere “materiali” utili che serviranno come base di partenza per la costruzione di uno spettacolo-studio attorno al tema del conflitto.
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Goccia dopo goccia
di una goccia che trabocca
come goccia
in un vaso dove amore
si confonde con pudore
e trabocca nell’odore
si trasforma in un sapore
che trabocca come goccia
dentro un mare
di parole che fan male
senza mare che le tenga
tra le onde evaporando
si confonde con il cielo
mentre il vento le riporta
come goccia che ricade
sopra un mondo di rancore
come goccia che trasporta
con sudore un messaggio
di speranza col sorriso delicato
di un bambino appena nato
come goccia di passione
delicata concessione
di un momento spensierato
con la goccia che si abbraccia
la ragazza che cammina
sollevando la rugiada
di una goccia
che sparisce nella terra
che sancisce la rinascita
di un fiore che colora
con ardore il grigiore di una vita
di una lacrima rubata che scende
come goccia
che non perde il sentimento
ma si mischia al cambiamento
generando dimensioni
solitarie confessioni
come goccia resistente
di una goccia che non si pente
d’esser goccia e ammirare
la natura d’esser goccia
di cadere e farsi male
ma sapere ritornare
sotto forma di vapore
che sa perdersi e svanire
per potersi ritrovare
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Marco Monfredini