BORDERMINDPROJECT#3

Anticamera Teatro è un’associazione culturale senza fini di lucro costituita nel 1997 a Torino. Nasce in uno spazio autonomo con lo scopo di “fare teatro” e di sperimentare nuovi modelli di espressione e di comunicazione. Da diversi anni Anticamera sta sviluppando il concetto di teatro-esperienza. Il teatro come esperienza per lo spettatore e per gli attori. Non solo intrattenimento, non solo all’interno dei teatri, non solo in uno spazio temporale canonico, non solo come momento passivo. Un’esperienza con l’obiettivo di creare nel fruitore un piccolo cambiamento, un miserabile ricordo e una possibile comunione. Anticamera pone l’accento della propria ricerca sulla precarietà della condizione umana, sui limiti e i punti di forza di ogni individuo.

Oltre alle esperienze in Italia legate a produzioni teatrali e collaborazioni in campo culturale, Marco Monfredini, regista della compagnia, negli anni scorsi ha collaborato con alcuni giovani attori palestinesi all’ interno del progetto Tam 2 che vedeva coinvolti il Teatro Nazionale Palestinese, la Cooperazione Italiana in Gerusalemme e il regista Gabriele Vacis nella realizzazione di un percorso formativo in ambito teatrale. Forte di questa esperienza che gli ha permesso di venire a contatto con la realtà palestinese e con i temi dell’occupazione, della non libertà di movimento e delle barriere fisiche e psicologiche è nata l’esigenza di approfondire questi aspetti all’ interno di un percorso di ricerca, creazione e scambio quale bordermindproject.

Il progetto è stato creato da Anticamera Teatro e si è avvalso, nella sua prima fase,della collaborazione della compagnia di danza Grimaco Movimentiumani, dell’associazione palestinese YDA, dello Yafa Cultural Center di Nablus e delle Officine Caos – Stalker Teatro e ha avuto il sostegno del progetto DE.MO./Movin’up 2012 a cura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali; il supporto del Fondo Roberto Cimetta; il patrocinio della Città di Torino; è stato Spettacolo vincitore di CrashTestFestival 2013 – Collisioni di teatro contemporaneo; è stato inserito nella stagione del Teatro Stabile di Torino STABILMENTE 2014/15, ha replicato in diverse occasioni riscuotendo successo di pubblico.

 

BORDERMINDPROJECT#1 |una residenza nei Territori Occupati Palestinesi|

Il nucleo del lavoro nasce nel novembre del 2012 grazie ad una residenza teatrale creativa di un mese nei Territori Occupati Palestinesi presso il Balata Refugee Camp. bordermindproject è una performance sul tema della separazione e delle barriere. bordermindproject  è stato un incontro con la cultura e la società palestinese. bordermindproject è stato un laboratorio teatrale con giovani che vivono sotto il pressante contesto dell’occupazione. bordermindproject è un cortometraggio “Per non perdermi” ambientato in location “naturali” della Palestina, bordermindproject è un blog.

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Corro per non perdermi, lascio che sia il mio fiato a decidere la profondità dei miei pensieri. Ho bisogno di scavalcare l’attimo per ritrovarmi lì subito dopo l’esplosione.

Io sono le mie barriere.
Io sono il superamento dell’ostacolo.
Io sono l’ostacolo.
Io sono il prima e il dopo sempre durante.

Cos’ è che mi fa scavalcare il tempo per ritrovarmi oltre il muro di separazione? Chi decide che non possiamo vivere insieme? Cos’è la pace? Dov’è la scala adeguata all’altezza? Cos’è la bellezza della profondità?

Io sono quello che ti porge la mano.
Io ti fucilo mentre sei di spalle.
Io sono il fucile.
Io sono il proiettile che ti perfora la carne.
Io ti oltrepasso mentre cadi al suolo.
Io sono il suolo che ti accoglie prima dello schianto.

Ogni riferimento è puramente casuale.
Ogni caso è puramente un riferimento.

Io sono la pace.
Io sono la guerra.
Io sono il cemento che alza questo muro.
Io sono la ruspa che distrugge le fondamenta.
Io sono me che si guarda allo specchio.
Io prego oscillando.
Io prego in una direzione.
Io incrocio le mani.
Io non prego più.

Dammi la mano. Cercheremo un’altra strada insieme.Oltre la linea continua non puoi superarmi. Tratteggiamola insieme e sarò pronto a seguirti.

Non esistono confini. Esistono solo penne per tracciarli.
Io sono il confine. Io mi cancellerò.

M.Monfredini

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“Dopo una difficile discussione e rilevato l’alto livello di tutti gli spettacoli presenti a maggioranza la giuria ha scelto di premiare bordermindproject del gruppo Anticamera Teatro in collaborazione con Grimacomovimentiumani, per la fantasia registica, la professionalità interpretativa e la profonda valenza metaforica”. Giuliano Scabia (presidente della giuria CrashTest Festival 2013)

“…al centro della scena trionfa il corpo, muto veicolo di emozioni e linguaggi non-verbali. In scena, sola con le proprie barriere e la propria identità composita, la danzatrice e il suo corpo. Lo spazio, l’essere geografico e i suoi confini imposti vengono indagati in un palco diviso fisicamente da una linea verde destinata via via a restringersi. Il gioco metaforico è preponderante e si materializza grazie a tutù da ballerina, teste di animali, bacinelle piene di acqua che si fanno uteri e sacchi di spazzatura. La percezione delle barriere e del superamento dell’ostacolo arriva. Particolarmente riuscito il finale, con una nuova nascita segno di speranza per il futuro e di abbattimento dei confini fisici e mentali ”.  Silvia Ferrari (Il Giornale di Vicenza 04.09.2013)

 

BORDERMINDPROJECT#2 |una permanenza nei Liberi Territori Italiani|

Tornati dalla residenza palestinese, abbiamo continuato a lavorare e a interrogarci sul tema facendoci influenzare, questa volta, dal contesto e dalla società del nostro Paese, in cui viviamo quotidianamente. Abbiamo cercato inizialmente di conservare lo stesso approccio. Abbiamo deciso di mantenere dei punti fissi di partenza tra una performance e l’altra per cercare di sviluppare la ricerca su possibili elementi di contatto che presto hanno mostrato la loro tangibile lontananza dovuta al diverso contesto culturale, sociale. La difficoltà iniziale è stata proprio quella di prendere le distanze dalla “separazione palestinese” che costringe inevitabilmente a confrontarsi con scale di importanza profondamente diverse e che avrebbero potuto condizionare il lavoro sulla base della percezione di un’inferiorità e minor spessore di argomenti. Superata questa barriera, si sono aperte diverse direzioni percorribili. E’ stato scelto come ambiente di contenimento la casa. Luogo di intimità e sconfessione di se stessi.

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Anticamera Teatro, successivamente a questa esperienza, è stata contattata dall’ Università degli Studi di Torino per collaborare al progetto “Palestina Raccontata” , realizzato dall’ Università stessa in collaborazione con l’Università di Betlemme e tenutosi presso il MAO (Museo di Arte Orientale) e il Teatro Regio di Torino, per occuparsi delle direzione artistica. www.palestinaraccontata.it

 

BORDERMINDPROJECT#3 |nuove transizioni nei Territori Occupati Palestinesi|

La terza tappa del progetto nasce dall’esigenza di tornare in Palestina, nei luoghi dove il progetto ha avuto inizio, per passare ad uno step successivo. Torneremo per formare un gruppo di lavoro misto, di teatranti italiani e palestinesi, per lavorare attorno ad un tema che nascerà dalla fusione di due differenti necessità di dire.

L’intento è quello di produrre del materiale in residenza, attraverso la contaminazione di due approcci artistici e di stimoli culturali diversi, che sfocierà in uno spettacolo-studio in Palestina e potrà poi essere sviluppato successivamente dal gruppo italiano e quello palestinese nei rispettivi paesi per la creazione di una performance spettacolo.

Il regista Marco Monfredini ha selezionato, tramite  una call pubblica e dopo varie tappe di selezione, le persone che  parteciperanno al progetto a vario titolo, con la quale ha iniziato un percorso creativo di conoscenza in Italia prima della residenza in Palestina. Questo percorso è necessario sia per formare il gruppo, sia per cercare insieme una comune urgenza di argomenti e di linguaggio. Lo stesso tipo di lavoro lo sta svolgendo un gruppo di giovani artisti palestinesi attivi nel campo della danza e/o del teatro, con più o meno esperienza.

La residenza sarà occasione di confronto e di scambio. Ci sarà una parte dedicata al training di gruppo per avviare il lavoro e una parte in cui ci si confronterà sui temi elaborati dai due gruppi. Dopo aver focalizzato il “cosa dire” lavoreremo insieme attorno al tema per la costruzione di una performance-studio che verrà messa in scena in Palestina.

Successivamente alla residenza i due gruppi, sulla base degli stimoli ricevuti e su un comune terreno di lavoro e di creazione scenica, potranno poi continuare autonomamente e arrivare alla realizzazione di una performance-spettacolo finale nei rispettivi paesi di appartenenza.

In questo modo si avranno due spettacoli con un’anima e uno scheletro comune, ma uno sviluppo diverso. E, se verranno reperiti fondi adeguati, si potranno poi incontrare in un’ulteriore fase successiva.

La residenza in Palestina avrà luogo dal 5 al 22 novembre nella città di Nablus, nel nord della Cisgiordania.

Il progetto sarà realizzato in collaborazione con l’associazione palestinese YDA-Youth Development Association e in questa tappa, è totalmente autofinanziato dalla Compagnia.

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Bruciano al vento , diventano cenere.
Corpi senza nome.
Siamo persone. Fatte di tessuti e particelle.
Siamo la parte ridicola della natura.
Siamo milioni. Respiriamo. Ci scanniamo e ci amiamo.
Ma cosa rimane dopo la notte?
Bruciano al vento, diventano speranza.
Le bandiere.
Siamo tanti Stati senza esser stati.
In stato d’assedio, perenne.
Della paura e della morte, ibride di felicità.
Crediamo al ritaglio di un quotidiano.
Che nel quotidiano ci spara negli occhi.
Siamo esseri scaltri, indemoniati.
Aggrediamo e tremiamo.
Menti al fulmicotone, che credono a ciò che non vedono,
pure come il latte andato a male.

Libertà senza passione.
Scrivo sul muro di separazione.
Che è bello pensare alla rivoluzione,
bipolare tentazione.
Col carro armato spento,
e sul tavolo ostriche di cemento.
Il giudizio universale è nelle sale.
Nel piccolo schermo che è un grande scherno.

Siamo lo scherzo peggio riuscito
e il capolavoro mal digerito.
Il teatro della reviviscenza senza più ombra di coscienza.
Senza pazienza né coerenza.
Nell’assenza.

Siamo acqua fresca della sorgente.
Che sgorga fuori dal recipiente.
Terra arida dopo la tempesta di sabbia,
avvelenati dalla rabbia.

Siamo mutabili e perturbanti,
luccicanti come diamanti,
insetti colorati e infestanti.

Avvinghiati in un abbraccio ardito,
siamo tenaci e inflessibili come il mito.
Uniamo cordogli e convogli umanitari,
con le mani colorate dai denari.

Siamo il battaglione delle emozioni,
che marcia senza i pantaloni.
Siamo la casa senza il tetto,
il grande esercito del copriletto.

M.Monfredini

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Produzione 2015/2016

bordermindproject è un progetto ideato da Anticamera Teatro

Direzione Artistica: Marco Monfredini

Organizzazione: Valentina De Luca

 



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