Sprigiònàti

 

 

 

 

 

 

 

Testo e Regia: Marco Monfredini

con la collaborazione di P.P.Pasolini, G.Parise, A.Dorfman, cantautori vari…

Attori: Serena Bavo, Irene Cerrone, Enrico Di Rosa, Carlo Fardella, Lilith Minisi, Raffaele Palazzo, Sabino Sciotti

Scene e costumi: Marco Monfredini

Scenografie in vetro : di Cannestraro M. – Faule(CN)

Collaborazione alle realizzazione scenografica : Vincenzo Bevacqua, Manuele Testa

con il patrocinio della Provincia di Torino

Produzione 2007-08

_______________________________________

“Uno dei nostri crimini sarà aver provato a mettere a nudo alcune pieghe del cuore umano troppo sporche per essere vedute. Nel carattere dei personaggi ci saranno tratti atroci, che sentiamo come veri,ma che ci faranno orrore. Il fine dell’arte è o non è di mostrare questo lato della natura umana? ” -Prosper Merimée-

Lo spettacolo indaga l’animalità e la psicologia del rapporto uomo – donna.

Le relazioni si dipanano sotto plurimi livelli di comunicazione. Un livello carnale, istintivo e incontrollabile e un livello psicologico, razionale e riflessivo. Cosa succede quando ne prevale uno rispetto ad un altro? I legami s’intessono di piccoli e grandi rapporti di forza che hanno  come risultato: TORTURE PSICOLOGICHE.

Ne siamo tutti, ogni giorno, vittime e carnefici, consapevoli e inconsapevoli.

Un uomo e una donna, in un luogo austero. Dialogano con parole spezzate, i corpi sibilanti sembrano scucirsi per cercare uno spiraglio di uscita. Vivono e rivivono attraverso le immagini il loro presente – passato. Immagini di gioie e dolori, di avvicinamenti e distanze che si alternano come una curva sinusoidale impazzita. Il loro rapporto è oramai logoro. Né la quotidianità, né l’assenza di amore ne sono la causa. Le perversioni nascono da livelli inconsci che la mente crea per ripararsi dalla morte di ciò che ci circonda. La paura genera perversione, la sicurezza genera perversione. Particolari incroci di perversioni tra due esseri generano ulteriori perversioni, che si manifestano con modalità inaspettate e il più delle volte nascoste.

Piccole azioni quotidiane ingabbiano la coscienza più di grandi dimostrazioni plateali. Nella ritualità si costruisce una comunicazione fatta di gesti e parole che possono imprigionare dentro un labirinto di giochi di forza. “Ho ragione io o hai ragione tu?”. La ricerca della ragione e del torto impone all’immaginario di trovare strade in grado di orientare i propri pensieri per uscirne vincitori o perlomeno illesi.

Lei e la sua parte Razionale e Irrazionale, lui e la sua parte Irrazionale e Razionale. Le singole parti si incrociano provocando conseguenze che costruiscono o distruggono il rapporto. Cosa succede in quel particolare istante quando la parte Irrazionale di lui incontra la parte Irrazionale di lei? E che succede quando la parte Razionale di lei cerca di dialogare con la parte Irrazionale di lui? O quando il Razionale di entrambi si confronta? Ogni incontro provoca “risultati” diversi. Il corpo deve arrivare fino al limite delle proprie sensazioni. La mente trova la propria utilità nel contenere e nel fermarsi un passo prima della distruzione. Se l’amore porta sofferenza è amore? E l’ostinazione è amore? L’amore può portare alla separazione?

L’uomo e la donna s’imprigionano e si sprigionano in/da sottili gabbie della mente giocando una partita senza vincitori né vinti. Dalla perversione si può uscire con la perversione?

Può bastare la consapevolezza per pronunciare la parola fine?

“Abbiamo studiato l’uomo come se fosse un insetto strano, che vive e muore, spinto da forze fatali; il cruccio è determinare la natura, l’energia, la direzione di queste forze. La nostra umanità non simpatizza con quella dei personaggi, resta superiore alla loro miseria e alla loro follia, si contenta di fare il suo lavoro di dissezione, esponendo in tutta semplicità i risultati del suo lavoro.La nostra opera cessa dove comincia quella del moralista.” -Emile Zola-

 

Fotografie e video di FMP




I commenti sono chiusi.