Nè tu nè i tuoi figli
Tratto da “Emigranti”di Slawomir Mrozeck
Regia: Fabio Palazzolo, Nunzio Valente
Con: Fabio Palazzolo, Manfredi Palazzolo, Nunzio Valente
Produzione 2003
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Due uomini, diversi per radici culturali e motivazioni esistenziali,si trovano accomunati dallo stesso destino: vivere in uno spaziopovero e angusto, lontani dal loro paese. Dai loro discorsi, dai loro gesti, traspare un profondo senso di solitudine derivante dall’incomunicabilità e dall’incapacità di adeguarsi alle vibrazioni ostili di una cultura diversa. Ricorre nei loro discorsi un vago sentimento di inconfessata nostalgia”. La loro vita è pervasa da un senso di autoesclusione dal mondo. O è il mondo che li esclude? Arrivano i suoni di questa nuova realtà ma la mente rimane nel passato.
Uno è un proletario di grezza istintività e di probabile estrazione contadina, mentre l’altro è un intellettuale forse assoldato nelle file di un’organizzazione terrorista. La differenza tra i registri culturali e sociali dei due tuttavia non determina il prevalere di una personalità rispetto all’altra. Entrambi ricercano la libertà. Rappresentata per uno dal denaro e dalla possibilità che questo gli darebbe per costruirsi una nuova vita, per l’altro la scoperta dell’uomo allo stato puro: LO SCHIAVO.
L’emigrazione non è un fenomeno circoscritto nel tempo e nello spazio. Da sempre emigranti, dal sud al nord del mondo e viceversa, si spostano per motivi di povertà, religione, cultura e politica. Interi popoli oggi in attraversano il globo alla ricerca della libertà o comunque del riscatto da qualcosa che si vuole lasciare indietro, ma che non si abbandona mai del tutto. Alla ricerca della vita stessa. Viene dunque affrontato il tema della solitudine e dell’incomunicabilità come aspetto importante del fenomeno per dare allo spettatore uno spunto di riflessione sul tema della libertà.
A volte crediamo di essere liberi ma lo siamo solo nello sceglierci il tipo di schiavitù cui sottometterci.
Fotografie di FMP