Progetti paralleli – Living Theater

COMUNE DI MONTALTO DORA – FONDAZIONE ADRIANO OLIVETTI – TEC CRIAC TRAVAIL & CULTURE
THE LIVING THEATRE

Giovedi 1 Giugno 2000
Anfiteatro Burbatti – Montalto Dora (To)

MYSTERIES AND SMALLER PIECES

diretto da Judith Malina e Hanon Reznikov

con:
Sara Bertelà, Sophie Boissiere, Francesco Bono, Viridiana Casali, Manuela Celestino, Sara Corzetto, Vanessa Corzetto, Antonietta Cuomo, Paola Fior, Marta Gallo, Fabio Irato, Roberta Liberale, Damiano Madia, Esther Mollo, Marco Monfredini, Rossella Musetti, Manuela Naldini, Francesco Oberto Tarena, Sergio Pace, FabioPalazzolo, Andrea Pasquino, Sonia Pastrovicchio, Valentina Picco, Francesca Rizzotti, Alice Rohrwacher, Paola Stella, Silvia Vecchini, Oreste Valente

Anno  2000

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Mysteries and Smaller Pieces (Misteri e Piccoli Pezzi) esplodeva in scena nel 1964 a Parigi scontrandosi con il pubblico francese non ancora pronto ad accettare uno spettacolo che rompeva la percezione di come definire il “teatro”. A New York trent’anni dopo (1994), abbiamo ancora gridato ma questa volta lo slogan “Basta con le guerre!”

Tra rabbia e rivolta, ma anche entusiasmo, una cosa è chiara: il teatro non può più restare nella tradizione delle sue precedenti forme.
Uno spettacolo costruito sul processo di creazione collettiva che ogni volta viene riadattato e improvvisato a seconda delle circostanze. Entrare nel teatro attraverso la vita, e entrare nella vita attraverso il teatro. Unione: fine delle divisioni. Senza una trama, senza personaggi e scenografia, Mysteries confonde la divisione tra vita e arte, tra teatro politico e teatro di protesta, reinventando addirittura l’interazione tra palco e platea. Basandosi sull’ improvvisazione, su rituali, su slogan politici (Street Songs) e sulle teorie di Antonin Artaud, gli attori confrontano loro stessi con un mondo di guerra e di morte, con la vita stessa e con i nostri concetti di teatro.
Come forse Artaud suggerisce, il problema della vita è la mancanza di qualcosa di basilare, sacro, potente, magico ed essenziale che ora può essere trovato solo nel teatro.
Oggi, dai teatri di New York, dai centri sociali in Italia, da luoghi lontani come il Libano o la Serbia fino a tutta l’Europa dell’est, Mysteries, che fa parte del repertorio del Living, sfida ancora le nuove generazioni con le stesse domande già poste negli anni ’60 ma rivolgendosi, questa volta, ad un mondo ancora più lontano da tali visioni.

“Nei Mysteries non abbiamo più ruoli ma siamo noi stessi; si aprono le porte a una tecnica sovversiva.”

Judith Malina



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